
I pregiudizi guidano le nostre azioni e i nostri pensieri, dettano le regole per ogni nostra piccola scelta quotidiana: che strada prendere per tornare a casa, dove andare a mangiare un panino, a chi concedere un dialogo e a chi no e così via.
Pregiudizi a partire dall'esteriorità: vestiti stracciati, bruttezza, colore della pelle, paese di provenienza...

Gravissimi! Vengono in mente parole grosse e grandi discorsi in odore di battaglie sessantottine ...
Sinceramente pensavo di esserne abastanza immune, o comunque consapevole. E invece no. Ci siamo tutti dentro fino al collo. Continuamente pre-incastoniamo le persone dentro clichet. Lo siamo quando riteniamo ad esempio che una donna coi tacchi e con vestiti firmati sia per forza una persona superficiale, quando giudichiamo sulla base del giornale che si legge: "dio che idiota, legge i gossip", sulla base dell'attenzione che uno/a dedica alla cura del proprio corpo, sulla disponibilità finanziaria:"i ricchi son sempre spocchiosi e antipatici" E così via...
Pregiudizi meno gravi forse?
Non ne sono tanto sicura, perchè il meccanismo che scatta è esattamente lo stesso, mi sono resa conto che anche io etichetto costantemente le persone a partire dal semplice strato superficiale, dalle apparenze o come le vogliamo chiamare.
Una banalità lo so, ma ci ho sbattuto il muso sentendomi un'emerita cretina, ed è un po' diverso dal parlarne in generale, ve lo assicuro.